FRATTAMAGGIORE (NA). RITIRO MENSILE DELLE SUORE ANCELLE

volpicelli1.jpgIl giorno 22 marzo dalle 16 alle 19 si è tenuto il ritiro mensile delle Suore Ancelle del Sacro Cuore di Santa Canterina Volpicelli, delle Piccole Ancelle e delle Aggregate. Circa 50 persone hanno partecipato al ritiro, animato da padre Antonio Rungi, passionista della comunità di Itri (Lt). Meditazione, adorazione eucaristica, confessioni e celebrazione della santa messa sono stati i momenti condivisi con speciale attenzione e zelo da tutti i presenti. Nel corso dell’intero pomeriggio ed in particolare durante la santa messa si è pregato per Madre Concetta Liguori – ex-Superiora Generale delle Ancelle del Sacro Cuore, deceduta nella notte di domenica 18 marzo e i cui funerali si sono svolti a Napoli il giorno 19 marzo in coincidenza con la solennità di San Giuseppe. Le Suore Ancelle contano nell’Arcidiocesi di Gaeta tre comunità operative e apostolicamente impegnate: due a Formia ed una a Scauri. Al ritiro del 22 marzo erano presenti anche due suore di Gesù Redentore, della Stella Maris di Mondragone, Suor Angela e Suor Veridiana.

Qui riportiamo il testo integrale della meditazione dettata da padre Antonio Rungi, oggi, al ritiro spirituale delle Suore, a Frattamaggiore (Napoli).

 

SUORE ANCELLE DEL SACRO CUORE DI SANTA CATERINA VOLPICELLI
RITIRO MENSILE- FRATTAMAGGIORE (Na) 22 marzo 2012
NEL CUORE TRAFITTO DI CRISTO LA SPERANZA E IL CONFORTO

Meditazione di padre Antonio Rungi, passionista

1.DAL VANGELO DI SAN GIOVANNI- CAP.19, 25-34
[25] Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26] Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. [27] Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. [28] Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. [29] Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. [30] E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò. [31] Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. [32] Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. [33] Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, [34] ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

2.DAGLI SCRITTI DI SANT’ANTONIO DI PADOVA
La piaga del costato [di Cristo] è la città del sole. Con l’apertura del costato del Signore venne aperta la porta del paradiso, dalla quale rifulse a noi lo splendore della luce eterna. Si legge nella Storia Naturale che il sangue estratto dal fianco della colomba elimina le macchie dagli occhi; così il sangue estratto dal costato di Cristo con la lancia del soldato, illuminò gli occhi del cieco nato, cioè del genere umano.

«Ecco il costato, dal quale voi fedeli, mia chiesa, siete stati generati, come Eva fu procreata dal fianco di Adamo; ecco come è stato aperto dalla lancia per aprirvi la porta del paradiso, sbarrata dalla spada fiammeggiante del cherubino». La virtù del sangue sgorgato dal costato di Cristo, ha allontanato l’angelo e ha reso innocua la sua spada, e l’acqua ha spento il fuoco.

Gesù stesso, nel vangelo di Giovanni, dice: «Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10,9). Se uno entra attraverso di me, vale a dire attraverso il mio costato aperto dalla lancia, se entra con la fede, con la passione e la compassione, sarà salvo, come la colomba che si rifugia nella fenditura della roccia (cf. Ct 2,14) per sfuggire all’avvoltoio che le dà la caccia; e così entrerà per controllare, per discutere ed esaminare se stesso, e poi uscirà per considerare, calpestare, disprezzare e fuggire la vanità del mondo. (Dom. XV dopo Pentecoste, 11)

3.DAGLI SCRITTI DI CATERINA VOLPICELLI. IL DECALOGO DELLA CROCE

5.1. “Incamminiamoci con Gesù, che ha faticato, penato, agonizzato fra gli stenti della povertà, delle privazioni, dell’esilio, delle umiliazioni, delle contraddizioni, delle tentazioni, dei travagli della sua vita apostolica, esposto all’odio, alle malvagità, alla persecuzione dei suoi nemici, fino a morire dopo tanti tormenti sulla croce.”

5.2.“Portate sempre la croce di Gesù in unione con Lui, secondo le sue divine intenzioni ed amatela quale vero pegno di salute e di vita eterna.”

5.3. “Gesù vuole essere aiutato a portare la Croce non come il Cireneo per forza; ma per amore, dobbiamo aiutarLo col sopportare con pazienza tutte le molestie del nostro prossimo, aiutandolo nei suoi bisogni corporali e spirituali. L’amore rende dolce la Croce perché è stata santificata dal Corpo adorabile del nostro Salvatore Gesù”

5.4.“Se volete la pace, amate la croce e sia essa il vostro appoggio. Non ha motivo di temere chi cammina per la via della croce, guidate per mano dello Sposo Crocifisso”.

5.5 “Non sterili lacrime di compassione, ma possa il mio debole sacrificio ridondare in benedizione sulla Chiesa, sulla società e sui poveri peccatori, nei fratelli”

5.6. Se Gesù è povero e nudo, come mi stringerò a Lui senza aspirare alla più stretta povertà e privazione?”

5.7. “Se lo Sposo Re è crocifisso come potrà la sposa ancella non lasciarsi inchiodare e crocifiggere la volontà e il libero arbitrio?”

5.8. “Il mondo è divenuto un vasto calvario dove non si fa che crocifiggere il nostro caro Gesù e in questo tempo, poi, si moltiplicano i crocifissori: il vostro dono sia la croce! Per essa farete regnare Gesù nei cuori altrui.”

5.9. ricordate che Dio permise che la lancia del soldato ferisse al cuore Gesù per mostrarci la piaga invisibile fatta dell’amore, nella quale ci invita a rifugiarci, e ci offre il perdono chiedendoci il ricambio di amore.

5.10. “Non potremo mai essere ammesse alla partecipazione del gaudio e della gioia eterna, se prima non avremo partecipato alla crocifissione e alla umiliazione di Gesù Cristo”.

4.DALLE OMELIE DI PAPA BENEDETTO XVI
Nell’Antico Testamento si parla 26 volte del cuore di Dio, considerato come l’organo della sua volontà: rispetto al cuore di Dio l’uomo viene giudicato. A causa del dolore che il suo cuore prova per i peccati dell’uomo, Iddio decide il diluvio, ma poi si commuove dinanzi alla debolezza umana e perdona. C’è poi un passo veterotestamentario nel quale il tema del cuore di Dio si trova espresso in modo assolutamente chiaro: è nel capitolo 11 del libro del profeta Osea, dove i primi versetti descrivono la dimensione dell’amore con cui il Signore si è rivolto ad Israele all’alba della sua storia: “Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio” (v. 1). In verità, all’instancabile predilezione divina, Israele risponde con indifferenza e addirittura con ingratitudine. “Più li chiamavo – è costretto a constatare il Signore -, più si allontanavano da me” (v. 2). Tuttavia Egli mai abbandona Israele nelle mani dei nemici, perché “il mio cuore – osserva il Creatore dell’universo – si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione” (v. 8).
Il cuore di Dio freme di compassione! E’ il mistero del cuore  di Cristo. E’ il mistero del cuore di un Dio che si commuove e riversa tutto il suo amore sull’umanità. Un amore misterioso, che nei testi del Nuovo Testamento ci viene rivelato come incommensurabile passione di Dio per l’uomo. Egli non si arrende dinanzi all’ingratitudine e nemmeno davanti al rifiuto del popolo che si è scelto; anzi, con infinita misericordia, invia nel mondo l’Unigenito suo Figlio perché prenda su di sé il destino dell’amore distrutto; perché, sconfiggendo il potere del male e della morte, possa restituire dignità di figli agli esseri umani resi schiavi dal peccato. Tutto questo a caro prezzo: il Figlio Unigenito del Padre si immola sulla croce: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (cfr. Gv 13, 1). Simbolo di tale amore che va oltre la morte è il suo fianco squarciato da una lancia. A tale riguardo, il testimone oculare, l’apostolo Giovanni, afferma: “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue ed acqua” (cfr. Gv 19, 34).
Fermiamoci insieme a contemplare il Cuore trafitto del Crocifisso. Nella Lettera di san Paolo Apostolo agli Efesini, ci viene ricordato che “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatti rivivere con Cristo… Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù” (Ef 2, 4-6). Essere in Cristo Gesù è già sedere nei cieli. Nel Cuore di Gesù è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo; in Cristo ci è stata rivelata e donata tutta la novità rivoluzionaria del Vangelo: l’Amore che ci salva e ci fa vivere già nell’eternità di Dio. Scrive l’evangelista Giovanni: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (3, 16). Il suo Cuore divino chiama allora il nostro cuore; ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare le nostre sicurezze umane per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio, a fare di noi stessi un dono di amore senza riserve.
L’invito di Gesù a “rimanere nel suo amore” (cfr. Gv 15, 9) è per ogni battezzato, ma lo è soprattutto per ogni anima consacrata. Perciò, lasciamoci conquistare da Gesù e saremo anche noi, nel mondo di oggi, messaggeri di speranza, di riconciliazione, di pace.

3.Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo! In che modo?
3.1.rima di tutto è utile e necessario uno studio accurato della Sacra Scrittura, un’adeguata formazione dottrinale, liturgica e pastorale,
3.2.ma è ancor più necessaria quella “scienza dell’amore” che si apprende solo nel “cuore a cuore” con Cristo. È Lui infatti a chiamarci per condividere il pane del suo amore, per chiedere la remissione dei peccati e per essere testimoni del suo amore nel mondo. Proprio per questo non dobbiamo mai allontanarci dalla sorgente dell’Amore che è il suo Cuore trafitto sulla croce.

Solo così saremo in grado di cooperare efficacemente al misterioso “disegno del Padre” che consiste nel “fare di Cristo il cuore del mondo”! Disegno che si realizza nella storia, man mano che Gesù diviene il Cuore dei cuori umani, iniziando da coloro che sono chiamati a stargli più vicini.  Per tutti vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umiltà l’accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perché ci preservi dal terribile rischio di danneggiare coloro ai quali dovremmo dare buon esempio.

Il nostro cuore deve essere infiammato di amore divino, che è capace di commuoversi al pensiero che ogni persona umana, fosse anche il più incallito peccatore di questo mondo, necessita del nostro vero amore. Coltiviamo questa  commozione, sia per adempiere il nostro compito di educatori e testimoni della fede con generosità e dedizione, sia per custodire nell’anima un vero “timore di Dio”: quel timore di dannarci e di far dannare gli altri, perché diamo scandalo o non siamo veri testimoni di Cristo nel mondo.

PREGHIERA
“La Croce sia il nostro tesoro, il nostro amore, il nostro sospiro…Amate la croce ed avrete la forza per soffrire tutto in pace. Inebriatevi dei doni del Calvario e gustate i frutti squisiti dell’albero della vita, la Santa Croce. Diventeremo discepoli, testimoni ed apostoli più autentici”.

FRATTAMAGGIORE (NA). RITIRO MENSILE DELLE SUORE ANCELLEultima modifica: 2012-03-22T23:35:00+01:00da pace2005
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