Formia (Lt). Le Suore hanno pregato anche per il giovane giocatore Morisini morto sul campo

Morosini1.jpgPadre Antonio Rungi, religioso passionista, celebrando le messe di sabato e di domenica nelle chiese di Itri e Formia (Lt) ha ricordato la figura di Piermario Morosini, giocatore del Livorno, morto sul campo di calcio durante la partita di Pescara-Livorno, di ieri sabato 14 aprile 2012. Una speciale preghiera per il giocatore defunto e per tutti i suoi cari, in particolare la fidanzata, è stata elevata al Signore durante le celebrazioni. Un ricordo singolare è stato fatto da padre Rungi durante il ritiro mensile delle suore dell’arcidiocesi di Gaeta, svoltasi questa mattina dalle 9,30 alle 15,15 presso le Suore Pallottine di Formia, alla presenza di circa 100 religiose delle varie comunità presenti nella diocesi di Gaeta. Questa è la riflessione fatta dal sacerdote sulla tragica morte del giovane calciatore:  “Di fronte alla morte improvvisa di un giovane calciatore, come Piermario Morosini, che militava in serie B nel Livorno, si resta interdetti e shoccati. Non ci sono parole di fronte ad immagini terribili in diretta Tv che molti hanno visto, che registrano il crollo fisico di una persona, giovanissima, 25 anni, che in pochi secondi, lascia questo mondo per volare in cielo, dove ad attenderlo ci sono i suoi genitori, morti abbastanza giovani, un fratello e tante altre persone a lui care. Tutti descrivono Morosini come un ragazzo d’oro, pulito, dal cuore semplice, provato dalla vita e dalla sofferenza, impegnato nel campo sociale, sempre sorridente nonostante la sofferenza che si portava dentro. Muore un giocatore come muoiono ogni giorno milioni di persone al mondo, mentre ne nascono altrettante. E’ la storia della vita umana segnata dalla nascita e dalla morte, che ha un inizio ed ha una fine, un termine che non sta nelle nostre possibilità conoscerlo con esattezza e precisione di anno, giorno, ore, minuti e secondi. Tutto resta un mistero. Davanti alla morte di un giovane che ha fatto il giro del mondo, ha giustamente costretto i responsabili della Figc e del Coni di sospendere tutti i campionati di calcio per lutto, che ha provocato tanta sofferenza in tante persone che lo conoscevano, suoi parenti, la fidanzata, i calciatori, i suoi amici e compagni, noi vogliamo capire perché succede questo. Un motivo c’è. Non è vero che non si può spiegare una morte così improvvisa? Non è la fatalità, né il destino. Per cui se non è questo qualcosa altro sarà. Sarà un progetto di Dio sulla nostra vita che va capito. E allora anche la morte di Morosini entra nei misteri di quella vita umana, come entra nei misteri della vita umana la morte di tanti bambini, giovani, adulti, anziani, ammalati che ogni giorno nelle varie parti del mondo lasciano la terra per volare in cielo. Altrimenti dobbiamo capire il perchè di una morte, le cause del decesso, che verranno determinate scientificamente dall’autopsia sul corpo del giovane atleta, che verrà esequita lunedì, visto che devono passare almeno 24 ore dalla dichiarazione di morte per procedere all’autopsia. Sarà stato infarto? Aneurisma cerebrale? Tutte e due le cose o qualche altra causa. Sta di fatto che Piermario non c’è più su questa terra è già nella gloria del cielo e in attesa della risurrezione finale. Come tanti messaggi sottolineano in questo momento di dolore egli è volato in cielo ad incontrare i suoi genitori. In quel cielo in cui spesso fissava lo sguardo quando entrava in campo o nei momenti di gioia o di dolore o quando diceva che giocava a pallone per far sorridere in cielo i suoi genitori che non c’erano più. Il cielo, che bello dire il cielo, l’infinito ed azzurro cielo dove ci attende oltre lo stesso cielo, chi del cielo è il Signore. Ci attende Cristo che ha vinto la morte ed è risorto ed è andato a prepararci un posto proprio nel cielo. In questi giorni di Pasqua è consolante pensare al cielo e alla vita oltre al morte, anzi oltre la vita terrena ed anche di fronte alla morte di un giovane calciatore che ha lasciato interdetti tutti noi pensarlo in cielo è davvero una gioia più che un dolore, una sofferenza per quanti non sanno vedere la propria esistenza oltre questo orizzonte. Rivedere le immagini di questo giocatore che entrava in campo e come tanti si faceva il segno della croce, è esprimere quella necessità di protezione dal cielo che questa volta c’è stata ugualmente perché quel cielo lo ha voluto lassù, perché era giunta la sua ora. Nessuno nasce e muore per caso, ma tutti nasciamo e moriamo perchè così è scritto nel libro della vita. Quel libro che custodisce gelosamente Dio e dove egli ha già scritto la parola fine, che per Lui e per noi significa inizio. Inizio di una vita più bella, eterna, senza più morte, dolore e sofferenza, perché è la vita di Dio ed è la vita per sempre in Dio. Lì sta Piermario e lì ci sono tutte quelle persone che nella vita hanno sofferto ed hanno costruito non tanto un avvenire calcistico, economico, di benessere, ma hanno costruito il loro Paradiso, perché hanno vissuto con il cuore ed i sentimenti di Cristo”.

Formia (Lt). Le Suore hanno pregato anche per il giovane giocatore Morisini morto sul campoultima modifica: 2012-04-15T14:36:00+02:00da pace2005
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