Un momento di comunione ecclesiale con senza dispersione e senza altre iniziative a livello parrocchiale per evidenziare la necessità di camminare insieme sulla strada del vero rinnovamento spirituale e pastorale.
Nella Veglia di sabato 26 maggio, attraverso la storia di Maria, sono stati richiamati all’attenzione dei partecipanti i vari momenti in cui lo Spirito accompagna il cammino della Chiesa nascente; anche Maria è presente dove erano soliti riunirsi i discepoli di Gesù (cfr At 1,13), in un clima di ascolto e di preghiera, prima che si spalanchino le porte ed essi inizino ad annunciare Cristo Signore a tutti i popoli, insegnando ad osservare tutto ciò che Egli aveva comandato (cfr Mt 28,19-20).
Maria nel Cenacolo, a Gerusalemme, nella “stanza al piano superiore” condivide con tutta la Chiesa l’attesa dello Spirito Santo, perché nel cuore di ogni credente «sia formato Cristo» (cfr Gal 4,19). Se non c’è Chiesa senza Pentecoste, non c’è neanche Pentecoste senza la Madre di Gesù, perché Lei ha vissuto in modo unico ciò che la Chiesa sperimenta ogni giorno sotto l’azione dello Spirito Santo (Benedetto XVI, 14/03/2012).
La veglia, dal titolo “Io non ho paura, oltre le soglie della speranza” è stato un tempo di riflessione guidato da monsignor D’Onorio per recuperare quella fiducia e speranza cristiana spesso smarrita per rincorrere false certezze di questo mondo e di questa nostra storia segnata da tante contraddizioni e difficoltà, come ha evidenziato lo stesso arcivescovo.
Dopo la Veglia, alle ore 22.00, come iniziativa di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù 2012 a Rio De Janeiro in Brasile, è stato presentato il musical, a cura di un gruppo di giovani di Minturno appartenenti all’Associazione P. Mario Siniscalco, su Jesus Christ Superstar.
Nel giorno di Pentecoste, l’arcivescovo poi ha celebrato il solenne pontificale a Gaeta, durante il quale ha ribadito la necessità di essere coraggiosi nell’annuncio missionario e nella testimonianza di vita cristiana. Bisogna uscire da ogni forma di paura che blocca il cristiano su posizioni di comodo o di ritiro nel privato, senza alcun coinvolgimento effettivo a livello ecclesiale e civile. Il cristiano docile allo Spirito Santo sa essere uomo e donna della speranza, combattendo ogni forma di paura, stanchezza ed isolamento.